La Belle èpoche (1870 – 1914, ossia fino allo scoppio della 1° Guerra Mondiale) è, tra l’altro, l’età dei fratelli Lumiere, delle sperimentazioni cinematografiche e degli spettacoli teatrali, di George Melies (prestigiatore ed inventore), del Ballo Excelsior, che esplode insieme al mito del progresso, dei fratelli Wright, che fanno volare un rudimentale aereo con motore a scoppio. E’ uno dei periodi più importanti a livello culturale e di sperimentazione della storia moderna ed ha la massima espressione a Parigi.
Henri de Toulouse – Lautrec, primogenito del conte Alphonse-Charles-Marie de Toulouse-Lautrec-Montfa e della contessa Adèle-Zoë-Marie-Marquette-Tapié de Celeyran, è affetto da una forma di nanismo e da una malattia genetica rara che rende fragili le sue ossa. La salute cagionevole fa si che il giovane Henri si rinchiuda al mondo e che utilizzi con impegno e vigore il suo animo artistico, illuminato da grandi doti. La madre asseconda ed incentiva la sua scelta, facilitandolo ed accompagnandolo nel suo trasferimento a Parigi. Nella culla della Belle èpoche ,Toulouse-Lautrec fa grandi incontri (conosce Vincent Van Gogh, di cui diventa amico e ne dipinge il ritratto, che verra’ poi annoverato fra le sue migliori prime opere), conduce una vita sregolata e principalmente notturna, dominata dagli eccessi sia nell’assunzione di alcool che nei rapporti di sesso. La sua produzione artistica è comunque molto creativa ed ampia, soprattutto manifesti e litografie. Muore nel 1901, neanche 37enne, a causa della sifilide e dell’alcoolismo.
Ecco: il personaggio,l’artista ed il periodo storico sono contestualizzati, seppur in modo sintetico. Non c’e’ bisogno di troppe parole per presentarlo, la sua biografia è accessibile sui libri ed online. Quello che ci coinvolge è l’ emozione che proviamo entrando in contatto con le opere che di lui ci parlano . Fortunatamente a Torino cio’ è possibile visitando la mostra esposta a Palazzo Chiablese, in Piazza S. Giovanni a Torino (termina il 5 marzo).
L’esposizione è suggestiva,ottimo allestitimento, contiene “inserti” descrittivi storici e biografici che contestualizzano le opere, possiamo fare il percorso anche senza l’ausilio delle audio guide (per cui e’ previsto un costo aggiuntivo rispetto a quello del biglietto).
Ho scoperto la mostra solo 15 giorni dopo il mio viaggio a Bruxelles (sono andata a trovare mio fratello , “cervello in fuga” da questa Italia che poche opportunità offre ai suoi ragazzi). Il viaggio e la mostra hanno un filo conduttore lungo km, infatti, entrando nel alloggio di mio fratello, sono stata accolta da una stampa raffigurante il “Moulin Rouge” di Toulouse-Lautrec. Ho trascorso in Belgio giorni coinvolgenti e stimolanti. Tornare a Torino e scoprire la mostra “Henri de Toulouse – Lautrec e la Belle èpoche” e’ valso da conferma che la strada e’ quella giusta….. per costruire la “mia “Belle èpoche, magari senza troppi eccessi e inevitabili premature conseguenze ;D