“A volte, non so, mi sento come il pezzo di un puzzle che si è ritrovato per errore nella scatola sbagliata. Non trovo il mio posto” (p. 107)
La narrazione ruota attorno a tre sorelle, voci narranti e protagoniste di una storia che le coinvolge allo stesso modo, ma anche in modo differente perché ognuna ha una sua percezione di ciò che accade. Caratterialmente molto lontane e questa diversità è amplificata dalle esperienze fatte, che le ha portate anche ad ampliare la distanza che le separa.
Chi ha la fortuna di avere dei fratelli o delle sorelle può capire tale situazione; non è facile coltivare, accudire ed alimentare rapporti affettivi con persone diverse da noi, con le quali si è molto legati ma che magari non si sarebbero scelte spontaneamente per condividere l’intero percorso della propria vita. C’è però una base che ci accumuna e per coglierla basta fermarsi un attimo ed aprire il cuore senza lasciarsi sopraffare dalle incomprensioni.
Bello, da leggere 😉
“… cosa cazzo ci faccio qui? Non parlo solo di questa cella senza sbarre, parlo di una vita senza punti fermi, senza moventi o alibi, senza pretesti o scuse, senza obiettivi, senza intenti, senza ideali. Se io morissi in questo stesso istante a chi rivolgerei il mio ultimo pensiero? Quale ricordo deciderei di portarmi dietro? Mi costerebbe molto lasciare tutto ciò?” (p. 204)