É il primo libro che leggo di Erri De Luca, mia madre ha insistito affinché lo leggessi per la dolcezza della storia e la particolaritá del finale. La narrazione é “anomala” rispetto ai miei gusti, lei dice che è un segno distintivo di De Luca: frasi brevi ma che contengono concetti puri ed intensissimi. Un miscuglio tra poesia e prosa, non sempre chiarissimo ma che, terminato il libro, risuona nella mente come se, seppur inconsapevolmente, il messaggio sia arrivato a destinazione con la forza di uno tsunami.
Protagonista indiscusso del libro, con Irene ovviamente, è il mare: mio habitat naturale…sarò per caso un delfino mancato? 😉
Leggetelo, non fatevi scoraggiare dal non chiaro, il messaggio vi arriverâ, statene pur certi…
“Mentre nuoto i pensieri si affacciano tra i respiri intensi che devono portare ossigeno di sangue fino in punta alle dita di mani e di piedi. Nelle scalate sto in appoggio sulle ultime falangi, mi accorgo di più del loro uso. Scalando pareti conosco meglio il peso dei chili e degli anni, che in questo settembre coincidono. In mare invece gli anni e i chili sono lievi, da dimenticarsene.”