L’essere umano non è nato stanziale,la storia studiata a scuola, ce lo ha insegnato. I confini fra le varie nazioni sono stati definiti sulla carta per differenziare e separare “ció che é mio da cio’ che è tuo”, quasi come se la terra fosse una grande prigione, dove i popoli sono obbligati a risiedere nel proprio “stato/cella”, o magari un mondiale gioco dei quattro cantoni: chi non é abbastanza forte e armato, rischia di perdere la “sedia/stato” (esempio Palestina/Israele). Gli esseri umani non hanno smesso di migrare e raggiungere altre terre, spinti da svariate motivazioni: migliorare le condizioni di vita, fuggire da persecuzioni religiose e/o politiche, da guerre tribali, da guerre che dovrebbero portare la pace o anche, semplicemente, per studiare lingue e usi di altri popoli, spinti dal desiderio di conoscere ció che é diverso.
La mostra “Odisee …” che si terrá a Palazzo Madama fino al 19 Febbraio é un prezioso spunto di riflessione per ció che è stato, sará e potrebbe ipoteticamente diventare il mondo trasformato dalle migrazioni: scelte volontarie o , nella maggior parte dei casi, provocate da situazioni estreme.